| Ribaltando la sentenza dello scorso marzo, in cui la Cassazione lo riaffidava alla mamma, la Corte d'Appello di Brescia ha stabilito che il piccolo di Cittadella debba tornare a vivere con il papà. Sarà consentito alla madre, di vederlo con regolarità, ìn modo da equiparare i tempi di affido dei due genitori. La travagliata storia di questo bambino, era balzata ai disonori della cronaca lo scorso ottobre, con la trasmissione di un video di rara violenza in cui si vedeva il piccolo urlante trascinato a forza fuori dalla scuola per applicare l'ordinanza di allontanamento dall'ambiente materno sancita dal tribunale. All'irruzione, con relativo sequestro del minore, partecipavano le forze dell'ordine ed il padre, mentre una zia materna del piccolo, ben lungi dal tranquillizzarlo, urlava a squarciagola minacce ed imprecazioni, filmando tutto con un cellulare. Mi guardo bene dall'esprimere qualsiasi tipo di giudizio in merito a questioni private che non conosco, però mi sorge spontaneo chiedermi chi tuteli questo bambino: allontanato per legge e a viva forza dai suoi affetti, dislocato in altro ambiente quasi del tutto estraneo, sradicato dai propri amici, e dai propri insegnanti; mentre madre e padre continuano a farsi a pezzi, usando lui come una scimitarra. prima con la mamma, poi con il papà, di nuovo con la mamma, definitivamente con il papà: più che una controversia legale, sembrerebbe una partita a tennis, tra genitori, giudici e servizi sociali. E il bimbo fa la palla.
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